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Roma, disastro a Palermo: finisce 3-1.

Fabrizio Miccoli, due gol alla Roma (13-settembre) ROMA  Julio Baptista illude la Roma, o Miccoli la gela due volte e Cavani la affonda. Il Palermo ringrazia i suoi attaccanti e incassa il successo per 3-1 contro gli incerottati giallorossi. Condizionata da una lunga lista di assenti, la formazione di Spalletti si spegne dopo un ottimo inizio. Il Palermo festeggia con 3 punti l'esordio di Ballardini. 

L'avvio del match è un monologo giallorosso. Al 6', nel giro di pochi secondi, Amelia confeziona due miracoli per deviare sulla traversa una punizione di Baptista e per bloccare il tap-in di Aquilani. L'estremo difensore deve arrendersi all'8', quando la Roma arriva in porta con il pallone. Aquilani libera Okaka, tocco per Baptista che deve solo appoggiare in rete: 1-0.

Dopo 10 minuti da incubo, comincia anche la partita dei rosanero. Il Palermo si insedia stabilmente nella metà campo avversaria e trova il pareggio al 20' con una prodezza di Miccoli. L'attaccante controlla al limite dell'area e di destro spedisce il pallone all'incrocio dei pali: 1-1. La difesa della Roma non brillà per reattività e Cavani, tra il 23' e il 24', sfiora il gol in due occasioni. Prima sbaglia di pochi centimetri, poi deve fare i conti con un'uscita provvidenziale di Doni. Bisogna aspettare il 26' per rivedere tracce della Roma. Taddei, quasi per caso, si ritrova solo davanti ad Amelia: mira pessima, chance sprecata. Il complicato pomeriggio dei giallorossi diventa ancor più difficile al 37', quando De Rossi deve lasciare il campo per problemi al collo. L'intervallo non basta per risolvere i problemi della Roma. Il Palermo continua a trovare spazi e sfonda di nuovo al 56', sempre con Miccoli. L'attaccante, lanciato da Simplicio, si presenta davanti a Doni e lo supera con un morbido tocco: 2-1.

Chi aspetta la reazione immediata degli ospiti rimane deluso. A pungere sono sempre i padroni di casa, che al 68' sfiorano il tris con Bresciano. L'appuntamento col terzo gol è solo rinviato: al 73', infatti, Cavani corona la sua giornata. Altro assist di Simplicio, mattatore del match, e per l'uruguayano non è un'impresa battere Doni: 3-1. La Roma non batte un colpo nell'ultimo quarto d'ora, il Palermo alza il piede dall'acceleratore e fa festa. 

Palermo-Roma 3-1
Palermo
(4-3-1-2): Amelia, Cassani, Bovo, Carrozzieri, Balzaretti, Nocerino, Liverani (15' st Guana), Bresciano, Simplicio (39' st Migliaccio), Miccoli (19' st Lanzafame), Cavani. A disposizione: Fontana, Dellafiore, Succi, Raggi. All. Ballardini.
Roma (4-2-3-1): Doni, Cicinho, Loria, Panucci, Riise, De Rossi (38' pt Brighi), Pizarro, Taddei (15' st Menez), Aquilani, Okaka (31' st Montella), Baptista. A disposizione: Artur, Vucinic, Tonetto, Cassetti. All. Spalletti.
Arbitro: Saccani
Marcatori: 8' pt Baptista, 19' pt Miccoli, 12' st Miccoli, 27' st Cavani.

La Roma passa a Bordeaux
L'espulsione del difensoire brasiliano Henrique
 
   
Finisce 3-1 per i giallorossi.
In rete Vucinic e Baptista (2)
BORDEAUX
La Roma tocca il fondo, rischia di chiudere anticipatamente l’avventura in Champions, poi si rialza e con una bella rimonta ottiene meritatamente l’intera posta allo stadio Chaban-Delmas di Bordeaux (1-3) rilanciando le proprie quotazioni. Una vittoria sofferta più di quanto non dica il risultato contro un avversario tenace, che gioca meglio dei giallorossi più di un tempo, e alla lunga paga l’inferiorità numerica dovuta all’espulsione di Henrique.

I girondini non avevano fatto i conti con Vucinic e Baptista (doppietta) che avevano tutta l’intenzione di festeggiare il compleanno nel migliore dei modi. Blanc deve rinunciare al portiere titolare Rame alle prese con un problema muscolare, in campo Valverde; indisponibile anche Souviè, mentre è assente per squalifica Tremoulinas. Spalletti recupera De Rossi dopo il piccolo problema riscontrato nell’allenamento della vigilia; regolarmente in campo anche Taddei e De Rossi; torna in panchina Brighi. Blando inizio di gara con lunga fase di studio. Al 7’ la prima incursione è del Bordeaux con un cross di Obertan da destra sventato in angolo da Cicinho. Poco dopo provvidenziale intervento con i piedi di Doni su conclusione di Jussiè.

Al 12’ la risposta della Roma con una punizione di Aquilani che il giovane Valverde respinge con non poca difficoltà. Meglio i padroni di casa che tengono l’iniziativa e passano in vantaggio al 18’ con un grande destro dell’ex milanista Gourcuff; la difesa giallorossa non è esente da colpe per non avere intercettato un pallone aereo. La Roma non riesce a reagire come vorrebbe però con qualche giocata in velocità, palla a terra, dimostra di poter pungere. I girondini ricorrono spesso al fallo e i giallorossi si fanno insidiosi con un paio di calci piazzati con Riise e Cicinho. Al 36’ il Bordeaux resta in dieci per l’espulsione di Henrique che mima una gomitata a Perrotta. Al 37’ Jussiè chiede il cambio e lascia il posto a Wendel e per coprire il buco in difesa lasciato da Henrique Blanc inserisce Planus per Obertan.

La Roma però non ne approfitta, appare poco reattiva e rischia di capitolare al 47’ con un colpo di testa di Wendell, palla di poco a lato. Il primo tempo si chiude 1-0. La ripresa comincia sotto la pioggia e con gli stessi «21» in campo ma dopo 6’ entra Baptista per Menez; evidentemente Spalletti vuole aumentare il potenziale offensivo. Vucinic e compagni non riescono a velocizzare e il Bordeaux fa buon possesso palla e mostra spirito di sacrificio, anche in inferiorità. Gioco piuttosto spezzettato e tanti gialli per i giocatori della Roma. Al 18’ dentro Okaka per un Aquilani, non al meglio. Al 19’ quasi insperato arriva il pareggio della Roma con un perfetto stacco di testa di Vucinic in anticipo su Diawara dopo un corner dalla sinistra di De Rossi.

Il pareggio galvanizza la Roma che al 26’ dà agli avversari il colpo dell’1-2 con Julio Baptista direttamente su calcio di punizione. Al 31’ Okaka potrebbe fare il tris ma sbaglia un gol solo davanti a Valverde mandando di poco a lato. Al 37’ il terzo gol arriva: Perrotta lancia sulla destra Taddei, cross al volo e grande inserimento di Baptista che in scivolata di sinistro infila Valverde. Ultimo cambio giallorosso con Brighi al posto di Vucinic.

Fiorentina più grigia che viola
la Steaua Bucarest sfiora il colpo

Si complica la qualificazione, per passare serve un impresa contro il Bayern

Fiorentina più grigia che viola la Steaua Bucarest sfiora il colpo

Gilardino è rimasto a secco

 
FIRENZE - Finisce tra i fischi la "prima" casalinga della Fiorentina in Champions League. I viola infatti non vanno oltre lo 0-0 con lo Steaua Bucarest, rischiando anche nel finale (grande Frey in due occasioni) la sconfitta. Ha fatto poco la Fiorentina per vincere questa partita. Un avvio promettente, poi si è lasciato attirare dal gioco dello Steaua dell'ex Lacatus, che chiudeva alla grande e ripartiva, occupando gli spazi in maniera esemplare. E adesso, se si vuole passare il turno, servirà fare grandi cose contro il Bayern. Ma servirà un'altra Fiorentina.

Non si sente la tanto agognata musichetta della Champions per problemi tecnici all'impianto audio del Franchi; e si sente pochissimo la Fiorentina. Lo Steaua si difende con ordine e riparte in velocità, sfruttando soprattutto la fascia di Jorgensen (preferito a Zauri, Prandelli effettuerà il cambio tra i due nell'intervallo), decisamente in serata no. E' Semedo la spina nel fianco, mentre l'unica punta, Stancu, è ben contenuta da Dainelli e Gamberini (a sinistra gioca Vargas).

Mutu non si accende quasi mai, la prima iniziativa della Fiorentina è firmata, e non è un caso, da Gilardino. Bella l'azione (11') che si snoda sulla fascia destra, da Santana ad Almiron, cross dell'argentino e Gilardino che costringe Zapata a un super intervento. Un buon inizio, al quale la Fiorentina però non riesce a dare continuità.

A parte un paio di conclusioni dalla distanza ad opera di Mutu e di Almiron, uno dei più attivi, i rumeni controllano abbastanza tranquillamente l'incontro. Ripartendo con discreta puntualità (Nicolita al 27', soprattutto Semedo al 37') per pungere Frey.

Nella ripresa le cose non migliorano. Detto del cambio Zauri-Jorgensen, bisogna aspettare il 21' per il primo brivido: lo regala Mutu (finalmente) con una splendida punizione a giro che incoccia il palo esterno. Manca la spinta sulle fasce (Vargas è lontano parente di quello ammirato nel Catania, Santana dopo un avvio promettente si spegne) e allora la Fiorentina finisce per fare il gioco dello Steaua attaccando troppo centralmente.

Kuzmanovic prende il posto di Almiron e il serbo innesca Mutu alla mezz'ora: colpo di testa da posizione angolatissima che scuote solo l'esterno della rete. Nel momento migliore dei viola, però, è lo Steaua a collezionare due occasionissime: Frey è strepitoso sul tiro ravvicinato di Semedo, poi si ripete sul bolide di Lovin.

Trema il Franchi, Prandelli lancia anche Pazzini (fuori un irriconoscibile Montolivo) ma i rumeni chiudono tutti i varchi. Senza soffrire, anzi "rischiando" l'impresa con Kapetanos, chiuso a un passo da Frey. La Fiorentina spreca così l'occasione, adesso la doppia sfida con il Bayern Monaco diventa fondamentale.

FIORENTINA-STEAUA BUCAREST 0-0

FIORENTINA
(4-3-3): Frey; Jorgensen (1'st Zauri), Gamberini, Dainelli, Vargas; Montolivo (36'st Pazzini), Felipe Melo, Almiron (29'st Kuzmanovic); Santana, Mutu, Gilardino
In panchina: Storari, Kroldrup, Donadel, Osvaldo Allenatore: Prandelli

STEAUA BUCAREST (4-4-1-1): Zapata; Ogararu, Goian, Ghionea, Marin; Nicolita, Radoi, Lovin, Semedo (48'st Kapetanos); Moreno (43'st Tiago Gomes); Stancu (32'st Szekely)
In panchina: Cernea, Baciu, Golanski, Toja.
Allenatore: Lacatus

ARBITRO: Riley (Inghilterra)

NOTE: serata fresca, terreno in discrete condizioni. Ammoniti: Marin. Angoli: 4-1 per la Fiorentina. Recupero: 1'; 4'+1'.

Inter, solo una bella partenza
poi il Werder trova un punto d'oro

Mourinho: "Contenti così, ci è mancato solo il gol"

Inter, solo una bella partenza poi il Werder trova un punto d'oro

Festa nerazzurra dopo il gol di Maicon

 

MILANO - Buon inizio e calo nella ripresa, Mourinho non sarà contento. Una partita che l'Inter avrebbe potuto vincere largamente e che invece è finita male. Un fortunoso gol di Maicon (bel pallonetto scaturito da un rimpallo favorevole) ha permesso all'Inter di andare in vantaggio contro un Werder Brema che ha cominciato molto male e poi si è svegliato, dopo aver subito il gol, colpendo un palo e dandosi da fare nella ripresa, quando ha ottenuto il pareggio con Pizarro.

L'Inter ha giocato un buon primo tempo, ha dominato per larghi tratti, ma ha confermato le difficoltà degli attaccanti nel metterla dentro e un calo preoccupante col passar dei minuti. In progresso è apparso Adriano, Ibrahimovic si è mosso bene prendendosi però qualche pausa, Muntari ha deluso, gli altri hanno giocato su livelli accettabili, ma il fatto che a segnare sia stato (con l'aiuto della buona sorte) un terzino la dice lunga sulle capacità realizzative dell'attacco. Il Werder non ha fatto cose strabilianti, ma ha ottenuto quel che voleva. E non vale invocare la sfortuna per un palo di Maicon nel finale: l'Inter avrebbe dovuto far meglio prima. Anche il Werder ha avuto un'occasione finale con Naldo: J.Cesar ha respinto come ha potuto. Una prestazione che farà molto discutere.

La cronaca. Mourinho ha dirottato Zanetti (bene, come al solito) sull'out di sinistra, inserendo dall'inizio Stankovic (bene a tratti) nella linea mediana e dando spazio a Balotelli (non irresistibile) in avanti. Nel finale ha chiamato in causa Cruz (male) e Quaresma.
Schaaf, privo di Hugo Almeida e Tosic, ha schierato Prodl terzino destro al posto di Fritz. I tedeschi per circa 40' sono apparsi una squadra modesta, senza idee, lenta.

Verso la fine del primo tempo si sono svegliati con un 'azione Rosenberg-Prodl(velo)-Pizarro che si e' ritrovato a due metri dalla linea e ha colpito il palo (forse con tocco di Cordoba) alla sinistra di J.Cesar. E' stata questa l'unica azione del Werder Brema nel primo tempo, pressochè dominato dall'Inter.

La squadra di Mourinho ha cominciato su ritmi elevati, sfiorando subito il gol con una bella rovesciata (alta) di Adriano, in buona serata, su traversone di Ibrahimovic da sinistra. Lo svedese ha giocato a tutto campo, andando a fare il guastatore, il suggeritore, il tiratore (all'8' al volo di destro ha sfiorato il gol: ma il tiro è stato deviato), ma si è spento un pò dopo la prima mezzora.

Il gol è nato da un tentativo di pallonetto di Adriano per Maicon al 14': un rimpallo fortunato (su Valdo) per il terzino nerazzurro che è volato via sul centro-destra e ha superato con un pallonetto da attaccante navigato il portiere Wiese in uscita. Dopo la sostituzione di Materazzi per guai muscolari (in campo Burdisso) un tiro di Diego (31') controllato da J.Cesar.

Poi l'Inter ha imbastito due azioni da gol: al 32' con un tocco di Balotelli deviato dal portiere tedesco su traversone da sinistra di Adriano e al 37' con una bella manovra Adriano-Maicon-Stankovic che ha controllato male davanti a Wiese. Al 45', dopo il palo del Werder già descritto, è stato Balotelli a tirare su Wiese su assist di Adriano.

Insomma un'Inter meglio disposta in campo rispetto al derby. Solo qualche sfasatura a fine primo tempo, ma un buon dominio della palla e una notevole pericolosità in avanti che però non ha dato frutti concreti. Adriano ha messo fuori un sinistro all'inizio della ripresa, poi ha tirato centralmente su punizione cosicchè i tedeschi hanno tentato di andare avanti a caccia del pareggio. Qualche tiro da lontano (Diego al 13'), azioni abbozzate ma non concluse o portate a termine con tiracci.

Poi, al 17', su un traversone di Ozil da destra, Pizarro si è trovato solo davanti a J.Cesar e ha toccato in rete da due passi, mettendo a nudo anche i problemi difensivi della coppia centrale nerazzurra. In ogni caso, con l'ingresso di Quaresma e Cruz, Mourinho ha cercato di rivitalizzare il gioco dell'Inter, ma la sua squadra non è andata oltre qualche tentativo: troppa frenesia, troppa voglia di vincere che si è tradotta in un assalto alla porta tedesca senza risultati: Cruz ha mancato l'aggancio con un pallone di Ibra al 40' e Maicon al 43' ha colto un palo con un destro basso di Maicon. Ma anche Naldo ha messo a repentaglio la porta di J.Cesar al 47'.

Alla fine Mourinho commenta: "Il Werder era l'avversario più duro, non abbiamo giocato male. Accettiamo il risultato, anche se non siamo felici. Siamo comunque messi bene in classifica"

INTER-WERDER BREMA 1-1

INTER (4-3-3): J.Cesar; Maicon, Cordoba, Materazzi (19' pt Burdisso), Zanetti; Stankovic (27' st Quaresma ), Cambiasso, Muntari; Balotelli, Ibrahimovic, Adriano (32' st Cruz). In panchina: Toldo, Vieira, Mancini, Bolzoni. Allenatore: Mourinho.

WERDER BREMA (4-3-1-2): Wiese; Prodl (st 41' Fritz), Martesacker, Naldo, Pasanten; Frings, Baumann , Ozil (st 37' Jensen); Diego; Pizarro, Rosenberg (st 32' Hunt). In panchina: Vander, Boenisch, Vranjes, Sanogo Allenatore: Schaaf.

ARBITRO: Michel (Slovacchia).

RETI: pt 14' Maicon; st 17' Pizarro.

NOTE: serata buona, terreno in mediocri condizioni, spettatori 25.000 (con poche centinaia di tedeschi), angoli: 6-2 per l'Inter. Ammoniti: Baumann, Stankovic, Frings, Cruz, Jensen. Recupero: 1'-2'.

(1 ottobre 2008)
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